Il 15 Luglio 2021 il GOI SalViBio ha riunito i partner di progetto, congiuntamente a esperti del settore, viticoltori locali, agronomi ed esperti di viticoltura ed enologia del territorio.
L’incontro si è tenuto presso il SensoryLab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, capofila del progetto, dove sono stati presentati i risultati preliminari di due delle sei azioni del piano di innovazione. I presenti hanno potuto degustare i vini sperimentali prodotti nell’ambito del piano.
In particolare, in collaborazione con l’Azienda vitivinicola Mossi 1558, sono stati presentatati i vini sperimentali ottenuti da Barbesino, antico vitigno autoctono recuperato in Val Trebbia e oggi proposto per il miglioramento dei vini frizzanti locali. Vini prodotti con uve Barbesino, vendemmiate in corrispondenza di due soglie di maturazioni differenti, sono stati degustati e confrontati con vini ottenuti da uve di Ortrugo in purezza, vendemmiate alla concentrazione zuccherina di 20°Brix. Dati di campo e analisi dei vini hanno confermato le ottime peculiarità del Barbesino, in grado di risolvere proprio quelle problematiche principali dimostrate dall’Ortrugo, quali il mantenimento dell’acidità e la freschezza. Al gusto, vini di Barbesino si sono presentano acidi, profumati e gradevoli.
Successivamente sono state portate in degustazione micro-vinificazioni di Ervi, confrontate con vini ottenuti dai due parentali Barbera e Croatina, e con il rispettivo taglio a pari proporzioni. I vini sono stati prodotti dagli enologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con l’unità di viticoltura, l’Azienda Vitivinicola Villa Rosa di Bacedasco e l’agronomo Roberto Miravalle, i quali ne hanno curato gli aspetti di campo. L’Ervi ha dato origine a vini più rotondi, più corposi ed alcolici, se confrontati con quelli ottenuti dai parentali. Inoltre, i vini prodotti con Ervi si sono dimostrati decisamente più carichi di colore e polifenoli.